HanGreen. Un’idea nata sui banchi di scuola

Sfruttate le occasioni che vi si presentano, tentar non nuoce e anche se dovesse andare male è tutta esperienza.

di Alessandro Ligas

Estate. Mare. Voglia di essere in vacanza. In questi ultimi giorni fervono gli ultimi preparativi per gli attesi giorni di riposo. Ma non tutti sono intenti a programmarsi le vacanze, a scegliere la località, la struttura ecc… C’è anche chi a settembre ha delle importanti scadenze e non può permettersi il lusso di andare in vacanza. Ma facciamo un passo indietro per capire meglio chi sono.

Dal 29 al 31 Maggio si è svolta a Cagliari la terza edizione dello Startup Weekend. L’evento è una full immersion di 54 ore in cui sviluppatori, designer, esperti di marketing, di business e appassionati di innovazione si incontrano per ideare nuovi progetti e lanciare startup. Promosso a livello globale dalla Kauffman Foundation e Goolge Entrerpreneurs, ed organizzato, a Cagliari, come per le precedenti edizioni, dall’Open Campus.

Durante le giornate non sono mancati l’entusiasmo, la passione e la voglia di mettersi in gioco ma le vere protagoniste sono state le idee. Idee che hanno spaziato in diversi settori tra i quali la sharing economy, l’Internet delle cose, la musica, il giardinaggio… segno questo che i futuri imprenditori vedono una possibilità di successo in questi settori.

La foto ufficiale dello Startup Weekend Davide Mainas, Giuseppe Corda e Giulio Pischedda

Sono risultati vincitori i diciottenni non ancora diplomati di HanGreen, Giulio Pischedda, Davide Mainas e Giuseppe Corda, che hanno presentato un progetto sulla green economy : un modulo di giardino verticale automatizzato, realizzato con materiali eco-sostenibili, che sfrutta la tecnologia Arduino per permettere all’utente di coltivare il proprio giardino anche da remoto. Pensato per chi non ha spazio in casa ma vorrebbe avere un mini giardino, e soprattutto per chi non ha il “pollice verde”.

Durante l’evento erano ancora studenti dell’ITC Primo Levi di Quartu Sant’Elena e da li a poco avrebbero dovuto dare il tanto atteso esame di maturità. Giorno che è arrivato per tutti e tre e che hanno superato brillantemente: 100, 100 ed 85. Ma le loro “fatiche” non sono finite. Hanno dovuto preparare “in fretta e furia” le valige e partire a Milano per partecipare a “Ready to Impact” il programma ad alta densità e intensità di incubazione e accelerazione di Make a Cube3. Un mese intenso scadenzato da lezioni di management, marketing, social media, che, circondati da un network di specialisti, mentor, partner, imprenditori che ce l’hanno fatta, gli hanno permesso di capire se la loro idea è valida.

Tornati in Sardegna ci si aspetterebbe una meritata vacanza, soprattutto per i neo diplomati che hanno voglia di divertirsi dopo le costrizioni di un anno scolastico, ed invece hanno già un’agenda piena di appuntamenti e scadenze a cui non devono mancare. A primi di settembre devono ritornare a Milano per un incontro con dei finanziatori ed il 18 esporranno i loro giardini verticali all’Expo e per quelle date devono aver pronti i loro prodotti. Dal 2 al 4 ottobre esporranno, sempre a Milano in alcuni locali, per il Green City Milano, un evento diffuso dedicato al verde, che mette in rete istituzioni, associazioni, cittadini e l’intera città di Milano per valorizzare le eccellenze già presenti sul territorio e allargare la comunità di persone che vogliono una città sempre più “green”. Senza contare che a Settembre prenderanno parte al programma Insight di Sardegna Ricerche, il percorso di validazione dall’idea al business model, e inoltre dovranno insediarsi per 6 mesi presso lo spazio di coworking Open Campus con l’obiettivo di realizzare un livello di sviluppo del prodotto adeguato per partecipare al programma di accelerazione GoLive che mette a disposizione un pacchetto di servizi del valore di 30.000 euro.

Un’idea è nata in ambito scolastico” ci raccontano Giulio Pischedda, Davide Mainas e Giuseppe Corda “e successivamente sviluppata in un contesto disinvolto della scuola. Portata avanti da alcuni alunni particolarmente interessati”. L’idea originale era un progetto di ricerca per verificare sul campo l’azione dei metalli pesanti nelle piante ed è stata presentata lo scorso anno durante la Make faire a Roma, a Genova durante l’ABCD + Orientamenti, il salone dedicato a education, job, orientamento, ed al concorso Rain (RAcconta l’INnovazione) indetto dalla Saras S.p.A. e dall’Associazione no profit Sardegna 2050 “dove (a Sarroch ndr) dovevamo presentare un video effettuato con lo smartphone, che raccontasse quali soluzioni e innovazioni tecnologiche avrebbero cambiato la nostra vita nell’ambito della comunicazione, energia, turismo e scuola nell’immediato futuro”. Oggi, dopo lo Startup Weekend, stanno muovendo i primi timidi passi nel mercato e stanno iniziando a riscuotere i primi successi. Un modello di business ancora in fieri, raccontano i tre giovani imprenditori “inizialmente pensavamo di vendere i nostri prodotti in uno shop online sviluppato dal nostro Developer, successivamente tramite pickuppoints e in futuro attraverso la grande distribuzione. Ma dopo il percorso di Milano ci siamo resi conto che, ad oggi, poche persone si fidano a comprare piante online quindi stiamo pensando di modificare il modello di business per stringere accordi con i vivaisti di modo che siano direttamente loro a vendere il prodotto”. In questo primo mese è stata realizzata una landing page dove viene spiegato in cosa consiste il progetto ed un questionario per capire se effettivamente il prodotto studiato sia la soluzione ad un problema reale, e quindi appetibile per il mercato, o no. “Ad oggi” ci dice Giulio Pischedda “abbiamo riscosso l’interesse di 1800 persone” precisa “quelle che hanno visualizzato la scheda e 50 le persone pronte all’acquisto del nostro prodotto”.

Naturalmente non sono mancate le difficoltà. “La principale difficoltà” raccontano i futuri imprenditori “è stata la nostra inesperienza nell’ambito imprenditoriale e delle startup, colmato da alcuni ragazzi che abbiamo incontrato allo startup weekend, Riccardo e Marco che si sono occupati della parte Economica e Finanziaria

Stimoli positivi sono provenuti anche dalle famiglie “questa è una buona opportunità” raccontano i ragazzi citando i genitori “che però deve essere affiancata da un percorso di studi ad hoc, quindi non tralasciate l’università”. In effetti i giovani imprenditori hanno le idee chiare su loro futuro: ingegneria informatica, meccanica ed elettronica. Ma anche dalla scuola, benché non abbia dato molte competenze ai futuri imprenditori (molte sono home made) ed aggiungono “tutt’oggi si è dimostrata costantemente interessata al nostro progetto ed al suo interno abbiamo conosciuto diverse figure tra cui professori/professoresse che hanno creduto fortemente nell’idea”.

I ragazzi vogliono porre l’accento su un concetto essenziale che gli ha spinti ad andare avanti e che potrebbe essere da stimolo per altri “ciò che è essenziale è avere buone idee e svilupparle, avere voglia di fare e non aver paura di osare, bisogna sfruttate le occasioni che si presentano, tentar non nuoce e anche se dovesse andare male è tutta esperienza”.

Non possiamo fare altro che fare l’in bocca al lupo ai giovani imprenditori e sperare che altri giovani seguano la loro strada.

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4 risposte a HanGreen. Un’idea nata sui banchi di scuola

  1. Franco ha detto:

    Ciao Giulio Andrea,
    non riesco a capire il vantaggio nel fatto che sia realizzato con un pallet. Per il mercato si tratta di un giardino verticale completo e ne esistono decine, centinaia (https://www.google.it/search?q=giardino+verticale&tbm=shop).
    Il fatto che stiate effettuando ora il processo di validazione, dopo il prototipo e aver ricevuto finanziamenti avvalora la mia tesi. Non siete a conoscenza del mercato, solo ora state cercando di colmare il gap.

    Le startup non dovrebbero funzionare così. Noti un problema reale e lo risolvi. Non ti fai venire un’idea, cerchi il problema e incroci le dita.

    Le scuole stanno facendo un lavoro pessimo purtroppo.

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    • Giulio Andrea ha detto:

      L’ utilizzo del pallet permette di realizzare soluzioni modulari su misura (adatte ad ambienti domestici urbani) e al contempo di ridurre l’impatto non solo ambientale ma anche in relazione al processo di produzione, permettendoci quindi di realizzare soluzioni “Low cost” dal lato offerta, fattore critico in quanto a) attualmente le soluzioni che citi presentano in media un costo elevato (considerando anche l’installazione specializzata e la manutenzione o la qualità, un sacco di plastica con delle tasche non lo considererei una soluzione per interni dal punto di vista estetico); b) la spesa media del target in acquisti legati al verde risulta al di sotto della la soglia determinata dal costo delle soluzioni attuali. Riteniamo sia più utile guardare al progetto non limitandosi ad isolarne un suo elemento quale appunto l’ utilizzo dei pallet, in quanto parliamo di un sistema che ci permette di controllare da remoto lo status delle nostre piante domestiche nonché di coltivare il proprio spazio verde senza necessariamente seguirlo nella cura, e al contempo di poterne scegliere il proprio grado di interazione attraverso un app dedicata. (Ad oggi tutti i sistemi CHE SOLO MONITORANO, non offrono la possibilità di essere utilizzati a distanza superiore a pochi metri sia Wi-Fi che Bluetooth.
      Quello su cui puntiamo molto è l tecnologia che sfruttiamo all’interno del pallet, che puó essere sostituito con la maggior parte dei vasi in commercio.
      Ti invito nuovamente a contattarci in privato per approfondire la questione in modo da spiegarti al meglio il funzionamento del nostro prodotto.
      Giulio
      P.S. Non abbiamo ricevuto nessun finanziamento, tantomeno abbiamo realizzato prototipi definitivi, abbiamo analizzato il problema: Numerose persone che passano molto tempo fuori casa o che magari hanno problemi di spazio, tempo, capacità e voglia rinunciano ad avere le piante, spendendo grosse somme per ricomprarle spesso o disturbando amici e parenti per andare a curarle in loro assenza. Offrire la possibilità di avere un piccolo spazio in casa a queste persone è il nostro obbiettivo, non sarà facile ma almeno ci proviamo.

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  2. Franco ha detto:

    Idea non innovativa, vista mille volte, realizzata senza conoscere il mercato e le reali esigenze, vincitrice di premi solo per la giovane età dei creatori. Esempio calzante di quello che non funziona nel mondo delle startup nostrane.

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    • Giulio Andrea ha detto:

      Ciao Franco, sono Giulio Andrea Pischedda, il ragazzo di cui si parla sopra. Apprezzo sempre i commenti (positivi e negativi) e trovo che siano quasi sempre spunti di riflessione interessanti. Indubbiamente i pallet vengono utilizzati oramai per tante cose, in rete dopo numerose ricerche non abbiamo trovato nulla di simile (pallet pronto per far si che possa accogliere delle piante corredato di sensori, pompe, serbatoi, microcontrollori e quant’altro), assemblato e pronto alla VENDITA. Tutt’ora siamo in fase di validazione dell’idea, facendo le giuste considerazioni affiancati anche da diversi Mentors stiamo avendo un riscontro abbastanza positivo. Per cui mi trovo costretto a contraddire ciò che affermi: “realizzata senza conoscere il mercato e le reali esigenze”, suppongo che per poter affermare ciò tu abbia fatto un analisi adeguata. Ci farebbe piacere a nome del Team di Hangreen scambiare due parole per capire eventualmente dove stiamo sbagliando. Se ti facesse piacere puoi contattarci tramite PM sulla nostra pagina Facebook “Hangreen”. Giulio

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